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A molta distanza dal primo scritto su Wagner (la IV inattuale), e a pochissima dallo scoppio della pazzia, si situano queste due esplosioni dell'odio-amore di Nietzsche per Wagner. Esse sono nello stesso tempo tentativi spasmodici di liberazione da un'antica e mai superata dipendenza e un approfondimento "in corpore nobili" dell'analisi della décadence che, secondo Lowith, è il capolavoro di Nietzsche. Nell'illusione di combattere il tipo di décadent wagneriano opponendogli l'uomo dionisiaco, Nietzsche da una caratterizzazione rimasta insuperata, nelle sue luci e ombre, dell'arte wagneriana e, d'altra parte, uno scintillante specimen di quella chimica storica evolutiva che non avrebbe tardato a dare i suoi frutti avvelenati.